Siamo molto soddisfatti per come è andato questo laboratorio.  Ci siamo sentiti a nostro agio durante le varie fasi del processo ed abbiamo avuto la netta sensazione che anche i partecipanti siano usciti portandosi a casa un’esperienza piacevole e utile.  Il “grado” di partecipazione si alzato fin dai primi passi; dopo aver completato le mappe e gli esercizi di ascolto a coppie, il gruppo aveva già un’altra energia che si rifletteva nelle espressioni e nei sorrisi dei partecipanti.

Lavorare in gruppo sulle tematiche legate alla partecipazione non è facile. La partecipazione è una delle componenti che attivano il gruppo, ma al contempo è la risultante delle scelte, comportamenti e processi organizzativi adottati dal gruppo. Nella preparazione del seminario abbiamo dovuto trovare un equilibrio tra le esigenze di entrare nel tema in modo adeguato, e al contempo dover fare i conti con i tempi. In 4 ore non si può fare tutto. Abbiamo cercato, quindi, di proporre un percorso equilibrato tra momenti di confronto teorico, momenti in cui connettersi alla dimensione emozionale, e non ultimo esplorare in modo giocoso, e da un’angolazione particolare, le dinamiche operative reali che si vivono nei gruppi.

Il momento più intenso dal punto di vista emozionale è stato quello della “simulazione” di un gruppo alle prese con problemi di partecipazione.  La situazione è stata co-costruita da tutto il gruppo grazie ad alcuni esercizi ispirati al “Process Drama”.

Contrariamente all’idea tradizionale del dramma, che si traduce in una performance finale, il “Process drama” viene realizzato per il solo scopo di farlo – non per un pubblico, non per una produzione, e non ha bisogno di essere provato. Il pubblico può semplicemente essere costituito dai partecipanti all’esperienza. Nel Process Drama, l’importanza è lavorare su un problema e dare l’opportunità ai partecipanti di vedere quel problema da molte prospettive diverse. In questo contesto i partecipanti si trovano a vivere la realtà del problema in un continuo “entrare” ed “uscire” dal proprio ruolo. Questa tecnica sviluppata negli anni ’80 e ’90, è stata inizialmente utilizzata in ambito scolastico ed educativo. Ora sempre più trova spazio nei laboratori esperienziali come questo che abbiamo proposto.

E non possiamo che confermare le enormi potenzialità di questa tecnica. In poco tempo le persone si sono immedesimate nei personaggi ed hanno vissuto con grande intensità il “problema” del gruppo “immaginario”, che conteneva tanti aspetti che incontriamo quotidianamente nelle nostre esperienze reali di gruppo.

Sono venuti fuori così tanti spunti dalle “interviste” ai personaggi e dalle riflessioni finali, che saremmo potuti andare avanti tranquillamente per un’ora ascoltando tutti i vissuti e le intuizioni che stavano emergendo.  Una grande lezione da tenere a mente per la prossima occasione: avere abbondanza di tempo per condividere ed assimilare gli elementi che emergono durante le fasi esperienziali.

I feedback finali dei partecipanti sono stati molto buoni: molto spunti, ricchezza, voglia di continuare, di saperne di più e di approfondire, concretezza, temi trattati in modo molto specifico.

Che dire siamo felici di questa esperienza, ringraziamo tutti i partecipanti per averla resa possibile e speriamo di proseguire insieme sulla strada di favorire la partecipazione nei gruppi.